Un uomo sulla soglia, Nicole Krauss

Samson Green, rispettato professore di letteratura, perde la memoria degli ultimi vent’anni in seguito all’asportazione di un tumore benigno. Non riconosce più la moglie né gli amici: ricorda solo i suoi primi dodici anni di vita.

Viene contattato da uno strano dottore che gli propone di diventare l’output di un esperimento psicologico: fare da ricettore di un ricordo altrui. Samson, che senza ricordi si trova più solo che mai, si lascia trascinare dall’affascinante dottor Ray, ma quando si ritrova con in testa il ricordo dell’esplosione di una bomba atomica, dà di matto, si sente più incompreso che mai, tradito.

Alla ricerca di qualcosa che lo leghi alla sua vera identità, si ritroverà davanti a una magnolia, il luogo dove ha seppellito le ceneri della madre, di cui non ricorda neanche la morte.

La trama è scarna ma la Krauss ha disseminato il libro di riflessioni che spaziano dalla solitudine all’amore, dall’empatia alla necessità delle abitudini.

Il romanzo inizia con un ricordo che Samson, suo malgrado, si ritroverà in testa, e finisce con una scena che lui, suo malgrado, non ricorda più: una simmetria leggera ma significativa.

E il bello è che Samson non desidera neanche ricordare: non sa cosa ha perso, dunque non sente il bisogno di riprenderselo.

E’ interessante anche la trama di riflessioni sui ricordi: siamo ricordo. Se non c’è ricordo, non ci sono abitudini, non c’è identità, e gli altri non possono più riconoscerci. Ma senza ricordi, siamo una tabula rasa aperta al momento presente.

E’ un romanzo che non si dipana nel tempo, ma nello spazio di una psiche.

Non è definibile. Lo chiudi e ti chiedi quante riflessioni puoi farci sopra.

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Filed under book, Libri & C., Scrittori americani

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