Sono nel periodo “De Beauvoir”: “Beauvoir in love” di Irène Frain, mi ha spinto a leggere “I mandarini”. Un romanzo, lo chiamano, ma c’è poco di inventato nelle vicende di questi intellettuali francesi dopo la Liberazione dal nazifascismo.
I loro discorsi sulla resistenza, sulla Verità, sulla politica, sul ruolo dell’intellettuale in un mondo in cui ti obbligano a schierarti, sull’utilità o l’inutilità della letteratura, sulla fedeltà a se stessi e alla propria morale, sembrano divagazioni di un altro tempo; eppure, se si prescinde dal luogo e dal paese in cui è ambientato, ci si rende conto di quanto questi argomenti ci farebbero bene, qui e ora.
Per questo voglio condividere col maggior numero di persone possibile questo video di Riccardo Mazzeo (che ormai viene definito dappertutto come editor storico della Erickson, ma che sta ampliando i suoi orizzonti in molti altri campi).
E’ un piacere sentirlo mentre ci spiega che la politica oggi non cerca più di convincerci, come faceva una volta (ai tempi della De Beauvoir!), ma di sedurci; quando nomina Lacan, Hobbes, Agnes Heller, Baumann (non toccateglielo!), dell’importanza della memoria e dell’educazione e del dialogo… quando lancia una frecciatina agli anziani che non fanno più i saggi come una volta perché non si preoccupano più del mondo… e quando lancia un’altra frecciatina agli intellettuali che non assumono con piena responsabilità il loro ruolo…
Ecco cosa manca al giorno d’oggi: la resistenza.
Il problema è che non essendoci apparentemente nemici fisici da combattere, tutti pensano che la resistenza non sia più necessaria.