Come scegliere un tè verde di qualità

Fonti bibliografiche del post

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Dove va la gente, va il business, dice Gary Vay Ner Chuk. Purtroppo ci vanno anche gli incompetenti, o, peggio, gli imbroglioni. Il tè verde negli ultimi anni ha sollevato grande interesse per le sue caratteristiche salutari, dunque sono aumentati gli acquirenti e, di conseguenza, l’offerta si è moltiplicata. Ma molti dei tè verdi che trovo in commercio non sono degni di stare sullo scaffale di un appassionato.

Parliamo dei tè in foglia, perché quelli in bustina li considero un ripiego per le volte in cui sono in posti dove il tè verde non lo trovo (tipo da mia suocera). Ecco alcuni consigli per scegliere un buon tè verde:

  • Annusalo. L’aroma si deve sentir bene. Se è sovrastato dall’odore della carta del sacchetto in cui è contenuto, lascia stare.
  • Prova delle foglie: devono essere asciutte e offrire una certa resistenza allo schiacciamento. Se sono morbide, hanno assorbito umidità.
  • Tè in germogli: sono i tè più pregiati (pensate al c.d. tè bianco) e delicati. Se il tuo presenta una specie di polvere bianca, quasi una lanugine, è un buon tè (a patto che non sia la polvere caduta dallo scaffale, ovvio).
  • Prova del 9: è quella che taglia la testa al toro, l’infusione e l’assaggio. Se possibile, bisognerebbe provare il tè prima di acquistarlo, magari in negozio (sì, magari, se ne trovi uno che offre questo servizio) o facendosi regalare dei campioncini. Il colore dell’infusione di un buon tè verde deve essere verde chiaro o grigio verde. Se tende al giallo o all’ambra, lascia perdere. A proposito: se prepari un tè di qualità e poi lo lasci raffreddare, il liquido cambia colore, hai notato? Colpa dell’ossidazione, che intacca una parte delle proprietà. Meglio berlo subito, compatibilmente col grado di ustione che puoi sopportare (magari soffia prima di perdere le papille gustative).

Infine, il tè verde è un alimento vivo, e col tempo perde aroma e freschezza. Acquista tè raccolti al massimo un anno prima. Oppure, chiedi uno sconto per quelli più vecchi… io non sono così sborona.

3 Comments

Filed under Libri & C.

3 responses to “Come scegliere un tè verde di qualità

  1. Nani

    Grazie per le info! E anche per leggere e riportare tutti questi bei librini. I loro contenuti mi incuriosiscono, senza riuscire, tuttavia, a convincermi a leggerli. Ma adesso che ho trovato il tuo blog, getto al vento ogni senso di colpa e mi godo la tua lettura. 🙂
    Il tuo articolo mi ha fatto pensare ad un romanzo che non c’entra nulla con il te’ se non nel titolo, ma che ho molto apprezzato da studentessa: Paesaggio dipinto col te’, di Milorad Pavic’. Ricordo che in copertina aveva un bellissimo dipinto realizzato con sfumature di diversi tipi di te’.
    E poi mi hai fatto venire anche in mente il te’ che tengo riposto nella credenza da ormai un anno, non ricordo nemmeno piu’ se verde o meno. Lo ha portato come regalo importante un collega di mio marito dalla Cina, con tanto di “cuccumella” in cui distillarlo. Ogni porzione e’ sigillata sottovuoto e naturalmente composta solo di foglioline scrocchiolanti e aromatiche. Ma se dovessi vantarne oltre le qualita’ mi troverei in difficolta’. Calcola che io sono una di quelle che apprezza i te’ pasticciati: adoro il te’ indiano, quello che deve avere un tono tanto forte da farsi sentire nonostante il ginger, il latte e lo zucchero con cui lo “aggiustano”. Lo so, lo so, sono un’assassina del te’. Ma se non conosci il te’ bastardo del Gange, lo devi provare almeno una volta (naturalmente, te’ e Gange accostati e’ mia licenza poetica, sperando che non siano davvero collegati in nessun modo).

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    • Ho provato un te’ indiano che mi ha regalato una io cliente. Buono ma troppo aromatico per me. Di solito preferisco quelli erbacei, il cui odore sembra paglia secca, perché li bevo senza nulla di aggiunto, neanche zucchero. Un litro Al giorno. Se non devo muovermi di casa;-)

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      • Nani

        Wow! Un litro! Ho visto che una propensione all’orientale traspare da queste parti, quindi non dovrei esserne sorpresa, vero?
        Mi fai pensare alla mia ex capa giapponese, che aveva una tazza da brodo costantemente riempita di te’, ovunque andasse. 😀

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