Se ti rivolgi a un pubblico di mille persone e vuoi convincerle che il tuo punto di vista è quello giusto, non puoi iniziare il discorso dicendo: voi state sbagliando!
Già l’uso del voi e del noi è antipatico. Ma a parte questo, non è molto meglio spiegare le tue ragioni, argomentare, portare esempi, mostrare risultati? Il pubblico, o parte di esso, deve arrivare da solo alla conclusione che il tuo ragionamento è giusto. L’essere umano adora abbracciare le opinioni altrui e far parte di un gruppo, ma lo deve fare di sua spontanea volontà con i dati che gli sono stati forniti.
Se sei vegano e cominci a dire che chi mangia carne e formaggio morirà presto di infarto e di tumore, e che pure se lo merita perché col suo comportamento ha disboscato l’Amazzonia e inquinato gli oceani, come reazione il tuo pubblico uscirà dalla conferenza o dal tuo blog e si andrà a mangiare un hot dog con la salsa cheddar anche se non l’ha mai fatto prima. Anche se l’hot dog gli ha sempre fatto schifo. Era questo il risultato che volevi? Mille salsicce mangiate in più, a forza? E non dire: peggio per loro. E’ peggio anche per te, per tutti. Ed è stata colpa tua.
A volte ho l’impressione che tutti questi forum, siti, blog e tweet vegani siano compiaciuti della propria chiusura, che si accontentino di postare ricette e parlar male degli onnivori (in pochi fanno sana informazione). NO! Non si fa così!
Se sei davvero convinto che lo stile vegan possa fare la differenza, è tuo dovere etico convertire più gente possibile. Ma non ci riuscirai facendo il superiore.
Tornando ai 1000 onnivori, puoi scegliere come affrontarli:
- li insulti: dei 1000 spettatori/lettori, tutti resteranno onnivori, e se qualcuno aveva mezza idea di rinunciare al salame prima di incontrarti, tranquillo che non lo farà, anzi, per reazione mangerà più carne di prima.
- li informi: non è detto che tutti i mille spettatori/lettori diventino vegani in blocco dopo averti incontrato, ma magari lo faranno due o tre. E gli altri, quando si troveranno davanti al banco della carne, si fermeranno a pensare e, forse, tireranno dritti. Qualcun altro potrebbe farsi vegano cinque giorni alla settimana; qualcun altro ancora potrebbe eliminare le proteine animali continuando ad acquistare scarpe in pelle e pastelli prodotti con lo zoccolo di mucca. Ma va bene così. Credimi, è sempre meglio dell’opzione 1. Un piccolo miglioramento oggi, per una graduale trasformazione domani.
Lo so che la terra sta andando a puttane, ma non è svergognando gli onnivori che la salverai. Dopotutto, non usi cartaigienica e tovagliolini di carta? E’ carta. Sono alberi. Usi carta riciclata? Fidati, l’industria che la produce inquina lo stesso. Usi tovaglioli di stoffa? Beh, li lavi con l’acqua, no?
Sono d’accordo con te: gli animali meritano più rispetto di certi uomini, e i tori, secondo me, dovrebbero incornare tutti i toreri. Ma non esultiamo quando muore un torero, come ho visto fare in certi gruppi di Facebook. Lo sfogo momentaneo produce più estremismo onnivoro di una fiorentina al sangue, credimi. Guarda Valdo Vaccaro: io sono vegana e ho ottenuto un’infinità di benefici da questa dieta, ma quando sento Vaccaro parlare o leggo quello che scrive, il suo sarcasmo è così irritante che vorrei stare da qualunque parte, tranne che dalla sua.
Insomma: datti da fare, diffondi informazioni, ma sii realista e rispettoso.
Un vegano antipatico è un brutto esempio. Peggio: è un esempio inutile.
Ciao!!
Hai proprio ragione…l’antipatia non può che attirare dissenso e rifiuto.
Per di più un vegano antipatico e saccente è ancora più irritante di un qualunque antipatico e saccente, visto che dovrebbe farsi portavoce di uno stile di vita compassionevole, sostenibile, rispettoso, gioioso e pacifico.
Un abbraccio, con la speranza che tu possa esperire anche altri contatti al mondo vegan, decisamente più felici e stimolanti. 🙂
Valentina
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Grazie anche a te per il tuo blog! Hai ragione, l’antipatia che genera un vegano è doppia, perché intacca abitudini alimentari secolari. Roma non l’abbiamo fatta in un giorno. Forza!
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Ciao, condivido in pieno ogni parola! Da quando ho scelto di diventare vegana cerco di dialogare con più persone possibile, attraverso il mio blog, i social, ma soprattutto nella vita di ogni giorno, quella fuori dalla blogosfera. Condivido la mia esperienza, il mio percorso, senza giudizio, anche perchè io per prima non sono nata vegana (purtroppo) e se lo sono diventata è grazie al dialogo con una persona che mi ha aperto gli occhi su un orrore, che si fa passare come ‘normalità’… Abbiamo una grandissima responsabilità come esseri umani, soprattutto nel potere di ogni singolo individuo di cambiare la società in cui viviamo. Anche se ci fanno credere che la nostra singola opinione non conta nulla, io credo invece che sia fondamentale partire dalla rivoluzione umana di ognuno. Una pacifica rivoluzione 😉
PS. mi permetto di segnalarti un libro in cui racconto proprio la mia esperienza a riguardo, si intitola Diario di una famiglia vegan, Anima editore 🙂
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Grazie! Neanche io credo nelle rivoluzioni, ma sì alle riforme graduali. Ora darò un’occhiata al tuo libro!!
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Ottimo post. lo condividerò sulla pagina del mio blog. Anche io ho un blog che parla di alimentazione vegan e sono felice che sulla pagina fb interagiscano molti non vegan! E’ a loro principalmente che voglio rivolgermi!
Non sopporto chi con certi atteggiamenti fa a pezzi il lavoro di quelli che invece con l’esempio portano avanti la loro rivoluzione pacifica.
Grazie.
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Grazie x fortuna esistono i moderati che informano senza offendere chi non ha ancora capito…
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By the way… Anche io ho iniziato a correre. E dopo aver cambiato alimentazione. Sembra che siano diversi a seguire questo pattern…
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