Mi è piaciuto subito l’inizio in cui l’autore dice papale papale quanto guadagna e quanto spende per farci capire che si può vivere anche senza automobile, TV, cellulare e sfizi vari, sottolineando però che quando era studente comprava vestiti e manga a chili. Quando ha iniziato a meditare, racconta, si è accorto che più possedeva, e meno chiari erano i suoi pensieri. Infatti, e se non sbaglio questo è confermato pure dalla recente psicologia, sebbene non ce ne rendiamo conto, il nostro cervello dedica frazioni di secondo a quello che possediamo (non solo oggetti ma anche posizione sociale e, ebbene sì, persone): è un bello spreco di energia, a fine giornata, e ne risente anche la memoria. Da quando vive con pochi oggetti, riesce a riflettere in maniera più chiara e rilassata, e non compra neanche tanti più libri, perché da studente ha letto tantissimo, e ora, nella pace della sua mini abitazione quasi vuota, riesce a tirar fuori quello che ha letto anni e anni prima e a rielaborarlo in maniera personale. Dunque, una regola di base è: buttare via. Cominciando con quello che non usiamo (teoria molto simile a quella di Marie Kondo).
Attenzione però: il libro non è un invito a diventare poveri, bensì a non diventare schiavi del denaro. Si rivolge dunque a chi di soldi ne ha, pochi o tanti, ma ha paura di perderli.
Tutto parte dal desiderio, dallo stimolo sensoriale, e poi continua con la rielaborazione (mai conscia) che ne fa il cervello: vediamo qualcosa e pensiamo di averne bisogno. Se lavoriamo sullo stimolo, interrompiamo la catena di eventi che ci porta ad acquistare cose inutili.
Due consigli però sembrano andare in controtendenza:
- Il desiderio è meglio non averlo, ma se ormai è arrivato, tanto vale esaudirlo. Mai reprimerlo, perché resterà sottopelle a disturbarci.
- se dobbiamo acquistare, tanto vale scegliere oggetti di qualità, e non buttarci su quello che costa meno, altrimenti dopo essere usciti dal negozio subentra il rimorso per non aver acquistato l’oggetto migliore. Per esempio: lui, a differenza del giapponese medio, ammette di spendere abbastanza per il cibo, perché acquista in un negozio di prodotti naturali e a km zero; ma perché risparmiare sul cibo, buttandosi sul McDonald, e poi spendere ciò che si è risparmiato per comprare una casa lussuosa? Cosa è più importante, l’apparenza o quello che ci mettiamo nel corpo?
A me è piaciuto.
Fate ordine in ciò che mangiate, in ciò che possedete e nella casa in cui abitate e a ciò unite la concentrazione mentale: solo così sarete felici.
Cos’e’il lusso? E’ piu’ imporante avere una cosa o un’esperienza? Ci ho scritto un post due gg fa dove aver lavorato (sono sempre gallery assistant) piu’ volte in una mostra che si chiama What is Luxury. Passare intere giornate in un contesto simile stimola la meditazione… Leggero’ sicuramente questo libro, grazie del consiglio!
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Letto e commentato grazie! Contenta di rileggerti!
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