Splendore, Margaret Mazzantini

E’ un’impressione mia, o di questo romanzo della Mazzantini si è parlato poco? E’ perché tratta di un amore omosessuale? Tante dichiarazioni d’intenti, in questa italietta, e ancora si snobba un libro per una ragione del genere? (Serena, di che ti meravigli: i libri qui si snobbano per ragioni molto meno politically correct…).

Dopo “Mare al mattino” ero in dubbio se acquistare l’ultima opera della Mazzantini. Le frasi brevi spezzettano troppo il ritmo, anche per me che leggo muta. Tuttavia, ha una scelta delle parole, delle similitudini, delle metafore, che sembra caduta dal cielo.
Non ricordo dove, definiscono la Mazzantini come la scrittrice dei sentimenti: non mi piace questo titolo, la abbassa al rango di scrittrice rosa (senza offesa per le scrittrici rosa…).
Piuttosto, la scrittrice del Dramma della vita.
E di drammi ce ne sono tanti nei suoi libri, pesanti, che ti lasciano i lividi; eppure non sono mai drammi extraterrestri, sono radicati nel quotidiano, in ciò che diciamo “no, a me non accadrà mai” e poi invece…

Quale è il dramma più grande in “Splendore”?
La morte, la malattia, gli abusi, la paura, le aggressioni… tutto questo c’è, ma niente di ciò è, secondo me, il Dramma principale.
La Tragedia, secondo me, è la rinuncia allo Splendore.
E’ Costantino che taglia i nervi del dolore e, con quelli, i nervi della vita.

Oibò… ma guarda tu: la Tragedia è una scelta…
Che buffo.

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