Diario stereotipato di un’adolescente liceale (n.d.r. dell’autrice), che narra di un susseguirsi di amicizie e amori sbagliati, crisi bulimiche, anoressiche ed esistenziali, inframmezzata da citazioni latine che danno forma a questa autobiografia, scritta con la profondità degna di essere pubblicata come storia sul settimanale “Confidenze”.
In una spirale di insoddisfazioni e vittimismo, la Bellomi racconta delle sue vicende personali e di vita, di cui incolpa solamente chi la circonda.
Il libro cattura il lettore con la solo speranza di un finale risveglio interiore dell’autrice, che ahimè, non si compie.
Mi auguro che, oltre a numerosi viaggi di piacere citati nell’autobiografia, con i proventi del libro la Bellomi abbia avuto la possibilità di visitare anche solo uno dei paesi dove la disperazione femminile esiste davvero, o, in alternativa abbia perlomeno cambiato psicanalista.
Ilaria Tami
Sono Francesca Bellomi mi spiace che tu abbia interpretato così superficialmente il mio libro. Sia chiaro, ho sempre accettato le critiche e credo che siano costruttive in ogni caso. Si tratta si un libro che ho scritto all’età di diciannove anni quindi la profondità’ dei contenuti andrebbe valutata tenendo conto di ciò. Non accetto invece che tu ti erga a giudice del dolore altrui e che tu svilisca quella che è stata autentica sofferenza vissuta. E’ scontato che ci siano paesi, realtà dove la donna si trova in condizioni disperate sia a livello sociale che psicologico ma io non mi sono mai permessa di affermare che il mio dolore fosse maggiore o più importante di quello provato dal resto dell’umanità e perché poi ne fai una questione sessista? Credi che gli uomini non siano in grado di soffrire o che non ci siano realtà in cui anche loro soffrano e subiscano ingiustizie di ogni sorta? Per finire non so cosa ti intenda per finale risveglio interiore, ho cercato di far capire quello che per me è stata la mia guarigione che mi ha portato a stare meglio ogni giorno di più fino a trovare equilibrio e serenità nella consapevolezza che la vita ci presenta sempre nuove sfide da affrontare per crescere e migliorare come individui.
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Gent. Francesca, mi dispiace che la mia recensione sia stata interpretata come un attacco personale, che di fatto non è.
Ogni recensione è un breve testo valutativo e interpretativo di un’opera, e non di una persona.
La mia interpretazione dell’opera ha tenuto conto dei contenuti e dello sviluppo del racconto, e dell’interpretazione che si evince nell’autrice nel momento in cui l’ha scritto.
Ritengo abbia confuso la parola “giudice” con “recensore” o “critico”, a cui di fatto mi attengo in ogni mio scritto.
Mi può certamente accusare di aver avuto poco tatto, ma non certamente di essere sessista.
Se ritiene che la recensione del suo libro sia approssimativa o la offenda, e se è così mi scuso, per me non c’è alcun problema nel farla rimuovere.
Buona vita
Ilaria Tami
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Sono Serena Gobbo, la “padrona di casa” di questo blog. Vorrei solo aggiungere che sono contraria alla rimozione della recensione. Di libri è meglio parlare in modo critico che non parlare affatto, soprattutto se si tratta di autori nuovi. Non entro nella questione perché non ho letto il libro ma Ilaria è una lettrice infaticabile e appassionata, e ha diritto ad esprimere la sua opinione.
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Sono Annacristina Bissoli,non leggo “Confidenze”ma ho letto,ormai anni fa,”Perfetta” perchè mi interesso alle esperienze psicologiche di ragazzi di quella fascia scolare.
A parte lo stile,che può risultare ancora immaturo e senza “scuola”,cosa ovvia,data l’età,non capisco per quale motivo la sig.ra Ilaria Tami debba generalizzare e ironizzare su una situazione che si evince che ,per la ragazza,sia stata veramente sofferta.La sofferenza ha dignità comunque e dovunque e il conoscere quella su vasta scala non cancella quella privata ed individuale.
Ritengo,inoltre,che nel momento in cui si fa una critica si debba cercare di mantenere un tono asettico e distaccato e non colpire con poca classe e con inutile e mal riuscita ironia.Per chi legge sembra quasi trattarsi di una questione personale.
Alla fine,in ultima analisi,risulta,a mio parere, più modesta,più corretta e più nobile la risposta dell’autrice F:Bellomi alla critica I:Tami
Cordialità
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Correggo “dell’autrice F.Bellomi alla critica di Ilaria Tami
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