Sebbene il mio criterio di scelta dei libri da leggere sia ai limiti del bizzarro, spesso trovo che si leghino tra loro, sembra quasi che qualcuno li abbia scelti per me.
Ad esempio…
Ho finito di leggere LA CAMERA DI BALTUS della Mazzucco. In un passo parla di Aracne, perché l’affresco pullula di ragni:
“Aracne: la tessitrice artista che rappresenta nella sua tela le ingiustizie, le menzogne e le colpe degli dei. Aracne, che viene trasformata in ragno rinsecchito per aver osato sfidare nella sua arte la dea Atena.”
E poi procede ponendo il parallelismo tra Aracne e il Maestro (sconosciuto allo studioso). By the way: è un libro di parallelismi, questo.
Ma Aracne mi ricompare anche in “Perché amiamo scrivere” di Duccio Demetrio.
“Più volte si è andati mostrando che molto assomiglia al racconto, ai discorsi umani, e anche allo scrivere, l’opera paziente di chi ordisce tele, arazzi, tessuti. Il filo della memoria, del ragionamento, della narrazione…”
E questo è un saggio di filosofia. O mitologia? Non chiaro. Trovo sia interessante il punto centrale del libro di Demetrio, il suo tentativo di trovare una musa per la scrittura, unica forma d’arte che ne è priva (in occidente). Lui la trova in Eco, che amava Narciso, ma che viene trasformata in pietra e privata della parola, nonché condannata a ripetere solo le ultime sillabe che sente (ma che tiene in sè le parole scritte). Il resto del libro è un’ode alla scrittura che costruisce parallelismi con i miti classici: alla lunga, però, la lettura cade, perché sebbene ammiri la ricchezza di immagini e lo stile di Demetrio, il contenuto si ripete troppo.
Infine, appena iniziato, MR. GWYN di Baricco. E qui c’è uno scrittore che decide di smettere di scrivere ma… si accorge di non poterne fare a meno. Il legame col libro di Demetrio si pone qui, quando Demetrio dice:
“Non basta decidere di non scrivere più. Continua ad aleggiare il suo soffio vitale, ci riafferra inaspettatamente. Ci scopriamo braccati da un’assuefazione che non fa vittime, tranne tra chi ne soffra.”
E infatti Mr. Gwyn trova un sistema alternativo per utilizzare la scrittura senza scrivere libri: scriverà ritratti.
È bello questo intreccio di cui parli. Io ho letto MrGwyn e lo trovo molto bello, fosse solo per la scelta del tema e della poeticità dell’attività svolta dal protagonista. Rispetto agli intrecci Baricco è andato oltre, successivamente a MrGwyn ha pubblicato un nuovo romanzo al quale accenna il protagonista proprio nelle pagine del libro!
Ad ogni modo, al di là degli espedienti anche da scrittori/artisti navigati, credo che nella letteratura come nell’arte siano molti gli spunti che si instaurano e sovrappongono fra gli scrittori, uno, perché comunque c’è tanto da leggere e tutti lo fanno, per cui gli scrittori si “leggono a vicenda” magari “copiandosi” e poi perché viviamo un contemporaneo comune fatto di informazioni rapide e frequenti per cui delle banali (in apparenza) informazioni che vengono carpite – anche solo per sentito dire – ritorneranno un giorno alla mente ed inserite in nuovi contesti, in nuove storie.
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