XY (Sandro Veronesi)

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Il male, quello vero, che segna non solo te ma tutti quanti, non si spiega. Così come non si spiega una strage in un bosco del Trentino, avvenuta in tempo zero, in cui undici persone sono morte per le cause più disparate: overdose, soffocamento, infarto, morso di uno squalo estinto da duecento anni… In fondo però non è la ragione del male, quella che ci interessa, perché questo non è un libro giallo in cui indagare sull’omicidio, scoprire gli assassini, vagliare i moventi. Qui la storia inizia a fatto avvenuto, e ci viene raccontata al presente dalla psicanalista in erba Giovanna, e dal prete dal passato miserioso, Don Ermete, che riporta i suoi ricordi. E poi ci sono le parti di dialogo, in cui i silenzi, i puntini di sospensione, sono altrettanto importanti delle parole dette.
Significativo l’albero, quello che una delle vittime ghiacciava artificialmente ogni anno e sotto il quale si compie la strage: al momento della scoperta, il ghiaccio è intriso di sangue, ma non il sangue delle sole vittime: il sangue di tutti, di chiunque, come riveleranno le analisi del DNA. Forse, visto che Veronesi è un maestro in questo campo, è un simbolo: l’albero del bene e del male.
Per gran parte del libro, Don Ermete si chiederà se la strage è stata opera di Satana o di Dio, del male o del bene. Eppure i due concetti sono troppo intrecciati: se la Bibbia riporta le stragi di Dio per ragioni di giustizia, è anche vero che dalla strage di borgo San Giuda nasceranno non solo stravolgimenti, ma anche svolte significative nella vita di qualcuno. E Giovanna, come Bezukov, vede il bene e fa il male. E sua madre, che quando ha torto ha sempre un po’ di ragione e viceversa. E la verità, mai completa, che si mescola con le bugie della versione ufficiale sulla strage… Dall’intreccio di questi e di altri OPPOSTI nasce un libro che non racconta solo una storia, ma che fa riflettere. Alla fine la riflessione non ci porta alla scoperta dell’assassino, del movente, delle modalità della strage, ma a volte sono proprio i viandanti che pensano di sapere tutto, a perdersi.

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