La Sirigu è un’atea arrabbiata. Atea, non agnostica, come si definisce Bertrand Russell o come alla fine risulta essere anche lo scienziato Dawkins (che in una scala di ateismo da uno a sette si pone al gradino numero sei).
La tesi di fondo è semplice: Stato e Chiesa sono due immensi apparati di controllo e vanno eliminati. Questi apparati finiscono con l’inglobare ogni ambito della vita (famiglia, scuola, politica, ambiente, economia…), e la Sirigu se la prende davvero con tutti, anche con le feste di compleanno: mentre leggevo mi sembrava di sentirmela urlare nelle orecchie contro tutte le ipocrisie, anche quelle sull’integrazione degli immigrati e sulla carità ai paesi poveri.
Quale soluzione propone l’autrice? Lei ha una formazione scientifica, e infatti ritiene che la scienza sia la soluzione a tutti i mali. Secondo lei la scienza è l’unica in grado di inculcare un metodo di ragionamento che smascheri tutte le balle propinate da chiesa e stato. E, dato che questa rivoluzione non può partire né dallo stato, che è marcio, né dalle masse, che dormono e sono felici di dormire, allora gli unici che possono dare inizio a questa “eresia”, a questa rivoluzione culturale, sono gli intellettuali.
Sono d’accordo su molto di quello che scrive, ma non su tutto, ovviamente.
Innanzitutto, la scienza non è la soluzione. È vero che può smascherare molte favole (dalla nascita dell’uomo e dell’universo, alla resurrezione dei corpi ecc…), ma non può dare scopi, e checché ne dica la Sirigu, l’uomo ha bisogno di scopi. Purtroppo è così. I miei gatti no, ma noi esseri umani abbiamo bisogno di scopi, anche se non ne siamo coscienti. Sarà negativo, illogico, innaturale forse, ma non vedo via d’uscita: ne abbiamo bisogno. E visto che la scienza non può fornirli, ci rivolgeremo a qualcosa al di fuori di essa: la religione è là che ce li fornisce belli e confezionati, e nessuno vuole fare la fatica di pensare per costruirseli da solo (non vogliamo pensare per capire se quelli che ci offrono sono validi, figuriamoci sudare per farcene di nostri!). La Sirigu dice che dovremmo uccidere Dio una volta per tutte, ma poi ammette che siamo ancora lontani da questo traguardo, perché anziché ucciderlo, lo stiamo sostituendo con l’Allah islamico. Vero. Ma se non ci fosse Allah, ce ne sarebbe un altro. Non c’è via di scampo. Sono scettica sul fatto che l’uomo possa accettare e rielaborare in termini non religiosi la vertigine che lo prende quando si ricorda di essere mortale.
E poi, questa scienza, siamo sicuri che prolifichi dove non ci sono annebbiamenti religiosi? Che scienza e favole siano incompatibili tra loro? Per lavoro, devo controllare ogni giorno gli appalti nei paesi del medioriente: Libano, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto, Qatar, Kuwait, Oman, Bahrain, Iran, Giordania… e ogni giorni resto meravigliata da quanti progetti ci siano per costruzioni ed ampliamenti di università scientifiche (biologia, fisica, chimica, ingegneria, medicina…) e laboratori di ricerca. Ma tanti! Ogni giorno ne trovo uno di nuovo. Eppure non mi sembra che questi siano paesi che brillino per laicismo e apertura mentale!
No, neanche un’eresia ci può salvare. Sarebbe bello, ma non succederà. Prima di tutto perché non vedo intellettuali disposti a prendere le redini di questa rivoluzione culturale, e se ci sono, sono pochi e non possono garantirsi visibilità perché i media sono controllati. In secondo luogo, ogni “eresia” che sia sopravvissuta, ha perso la sua caratteristica di eresia e si è istituzionalizzata, e questo ha sempre comportato cristallizzazioni di pensiero. In terzo luogo, perché l’uomo fugge dalla libertà (periculo!).
In conclusione: libro da leggere (nonostante il fatto che nella bibliografia includa una lista non da poco di siti internet: li ritengo poco controllabili, in termini di fonti a cui si rifanno e in termini di modificabilità). E, per quanto sia utopico ritenere di poter fare qualcosa nella situazione attuale, cerchiamo di incentivare scritti del genere.