Pipolito

Il mio gatto si chiama così. Bisogna spiegare l’origine del nome di questo essere irripetibile.

Marco ed io l’anno scorso siamo andati in un negozio di mobili (Nordest). Ci hanno voluto fissare l’appuntamento con l’arredatore e a questo appuntamento si presenta un ragazzetto appena sopra i vent’anni che, dopo i primi testi a cui lo abbiamo sottoposto (Marco è figlio di un falegname ed io allora lavoravo per un’azienda di ante in legno), ha dimostrato di non capire una mazza di essenze, impiallacciature & co.

Pazienza, ci diciamo, ci basta chiudere l’acquisto.

Al momento di sommare i prezzi di camera e salotto, il nostro amico ci dice sorridendo: “Scusate, devo prendere la calcolatrice: a scuola ne sapevo una pagina in più del libro in italiano e storia, ma in matematica ero un disastro”. Doveva solo sommare 4.000 + 3.500 euro, ma non importa…

Quando siamo arrivati all’indirizzo dove i mobili andavano consegnati, non capiva “via Ippolito Nievo”. Glielo abbiamo ripetuto tre volte. Ha scritto “via Ipolito Nievo”. Noi due abbiamo avuto un conato di vomito, ma per fortuna non avevamo ancora mangiato nulla, così non abbiamo rimesso.

Sembrava che fossimo arrivati alla fine. Prima di farci apporre le firme, ha avuto la bella idea di chiederci se mancava qualcosa. “Sì, una P su Ippolito!”, abbiamo esclamato in coro Marco ed io.

E lui: “Una P? Ah, sì, certo!”.

Così i mobili sono stati consegnati in via “Pipolito Nievo”. E per fortuna che in italiano e storia era un asso.

Pipolito è diventato, per noi, un sinonimo di persona stupida, un ignorantone convinto di saperla lunga.

Non potevamo non usare questo nome per il nostro gatto, anche se lui è moooooooolto più simpatico e carino. E poi non è colpa sua se non ha potuto finire la scuola, il papà gatto ha voluto che andasse a lavorare da piccolo, è quasi un autodidatta. Insomma, Pipolito non ha colpa di essere così!

1 Comment

Filed under Libri & C.

One response to “Pipolito

  1. troppo divertente… una volta un tipo doveva mandarmi una lettera, all’epoca abitavo in via corer e siccome non capiva gli ho fatto lo spelling. La lettera, che conservo ancora, ha come indirizzo:
    via corer
    como, otranto, roma, empoli, roma
    non ci potevo credere e tuttora rido come una matta ogni volta che mi capita tra le mani…

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