Questo volume ce l’avevo nella libreria da un po’ di anni, e mi è venuta voglia di leggerlo solo ora, dopo la biografia di Nietzsche…
È incredibile quante cose NON sappiamo sul (presunto) fondatore della religione cristiana. Dico “presunto” perché in realtà Gesù non ha mai detto di voler fondare un nuovo credo: era ebreo, si atteneva ai precetti ebrei, ma era intelligente e ragionava da solo.
Ci sono delle domande che, a forza di sentire sempre le stesse letture in chiesa, o non ci siamo mai posti, o ci forniamo risposte preconfezionate, senza chiederci se è verosimile oppure no. Almeno questo vale per me; e per voi? Come rispondereste alle seguenti domande?
– Chi ha condannato a morte Gesù e di che religione era?
– Qual’era il capo di imputazione per la condanna a morte?
– Chi governava la Giudea a quei tempi?
– Qual’era la lingua di Gesù e quali altre lingue conosceva?
– Quanti vangeli esistono?
– Che ruolo ha Paolo nella passione, se ne ha uno?
– Chi era il discepolo più amato?
Poi, tante piccole cosette:
Gesù non dice Dio rimette i peccati perché io Gesù Cristo morirò per i peccati degli uomini (…). Quando ha insegnato il Padre nostro, egli non pensava di dover morire per i peccati degli uomini.
Gesù non ha mai parlato contro i sacrifici.
Gesù si rivolgeva solo al popolo ebraico, non aveva intenzioni missionarie. Non disse mai di essere nato da una vergine. Non battezzò mai nessuno, non istituì i sette sacramenti e non istituì nessuna gerarchia….
Il suo messaggio ha due strade: fede in Dio e morale. La morale è molto semplice: giustizia nella società, verità nei rapporti personali, fine della violenza, l’amore come codice di comportamento individuale e collettivo.
Dopo aver letto questo libro e essermi resa conto di molti concetti che davo per scontati, mi chiedo: farò partecipe di queste scoperte, ad esempio, mio padre che mi critica perché non vado a messa? O altri che frequentano la chiesa più di casa propria?
No.