Per un cristianesimo non religioso, Sandro Vesce

La domanda da cui parte questo libro: cosa si può salvare della religione cristiana? Comincia parlando di quello che lui NON salverebbe o di quello che è superato. Ad esempio: la religione nasce per un’idea di dipendenza dalla natura. Ma oggi questo ha ancora senso, considerato che la natura la vediamo in TV e che viviamo in un mondo costruito dall’uomo? Risposta: no.

Altro esempio: il Credo del concilio di Nicea e la concezione di un Dio Creatore di tutto. Cosa mi cambia se Dio ha creato tutto oppure no, agli effetti pratici? Risposta: nulla.

Altro esempio: Gesù figlio di Dio. Cosa mi cambia se Gesù non fosse stato figlio di Dio? Risposta: anche qui, nulla. Il suo messaggio sarebbe valido comunque.

Ci sono dei passi logici e sensati in questo libro, uno è questo: “la religiosità non è un bene assoluto, nè un male assoluto; piuttosto, in certe ccircostanze è un risultato logico e un momento di vera crescita umana, in altre invece è un controsenso e un’esperienza invivibile”. Un altro è questo: il Cristianesimo è la religione dell’aratro.

Mi lasciano un po’ perplessa altri passaggi, in cui per argomentare in sfavore del clero poco preparato porta un esempio dell’alto clero del Cinquecento, quando un Borgia, essendo nobile, poteva trattare alla pari con altri nobili che avevano la possibilità di incidere concretamente nel sociale… Non penso che oggi il clero non sia preparato. Penso sia preparato in modo sbagliato, poco portato al confronto vero con idee diverse dalle proprie e (parlo per le alte cariche) troppo attaccato al potere e alla ricchezza (ma la chiesa non predicava la povertà?). Ma questo è un discorso lungo.

Sinceramente però non ho capito perchè il messaggio di Cristo non possa essere vissuto al di fuori di chiese e chiesette. L’attenzione all’umano che è il centro di tutto il vangelo (che ha ben poco di religioso nel senso storico del termine) è un messaggio universale, senza frontiere di spazio o tempo… che poi sia difficile da mettere in pratica, lo capisco. Ma un apparato come la Chiesa attuale rischia di farti buttar via il bambino insieme all’acqua sporca…

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